Curiosità...

arrow Lo zafferano non aggiunge un grammo di grasso! Una bustina di zafferano apporta meno di 1 caloria

Pur regalando ai piatti bontà e sapore, lo zafferano ha il grande pregio di non aggiungere grassi e fornisce pochissime calorie. Infatti l’apporto calorico di questa spezia è praticamente nullo: una bustina da 0,16 g è meno di 1 Kcal e contiene 0,0097 g di grassi.

arrow Lo zafferano è un super anti-ossidante combatte i radicali liberi e ci protegge dall’invecchiamento !

Lo zafferano è un alimento ricchissimo di proprietà antiossidanti che aiutano a restare giovani. Basta pensare che per raggiungere lo stesso quantitativo di carotenoidi contenuti in una bustina di zafferano (0,16 g) si dovrebbero mangiare 3 etti di pomodori insieme a 2 etti di carote oltre a 3 etti di peperoni e ben 2 etti di spinaci!

arrow Fatichi a digerire? Lo zafferano ti aiuta con i suoi aromi naturali

Lo zafferano, grazie ai suoi aromi naturali, favorisce la digestione e la riattivazione del metabolismo (non a caso molti liquori con proprietà digestive come i fernet e i vermouth contengono zafferano). Queste proprietà non passarono inosservate neanche ai nostri avi che lo utilizzavano per la preparazione di vini aromatici, sciroppi, tè e caffè.

arrow Nei paesi Orientali si usa regalare lo zafferano per augurare una vita lunga, prospera e felice!

Giallo come l’oro e per questo fin dall’antichità spezia così preziosa e seducente! Il suo colore è da sempre sinonimo di ricchezza materiale e spirituale, di benessere, gioia e felicità! Ancora oggi in oriente si usa regalare lo zafferano per augurare vita lunga e prosperità a chi lo riceve. Il suo colore giallo dorato ci richiama anche il colore del sole apportatore di vita, luce e calore.

arrow Il colore giallo dello zafferano è da secoli sinonimo di luce gioia felicità !

Prezioso come la porpora, lo zafferano serviva per tingere gli abiti dei re Assiri e dei re d'Irlanda, le calzature dei re di Babilonia, così come per tingere le bende con cui si avvolgevano le mummie egiziane. Le spose dell'antica Roma portavano dei veli tinti con lo zafferano e questa tradizione giunse fino al Medioevo: le nobili dame indossavano infatti sotto i loro abiti nuziali una tunica di seta anch'essa tinta con lo zafferano. Il colore giallo e quindi anche lo zafferano sono sinonimi dunque di benessere, bellezza, abbondanza, salute, gioia, felicità e vitalità.

arrow Occhio al peso! La busta Leprotto pesa 0,64 g e contiene 4 bustine da 0,16 g

Controlla il rapporto peso/prezzo! Il prezzo troppo basso può nascondere delle truffe!

arrow 500 ore di lavoro per raccogliere 150.000 fiori e produrre 1 kg di zafferano!

La coltivazione, la raccolta e la lavorazione dello zafferano sono interamente manuali. Per produrre un Kg di zafferano è necessario raccogliere sui campi circa 150.000 fiori e occorrono più o meno 500 ore di lavoro. Da circa 20 fiori si ricavano 60 pistilli che una volta essicati e lavorati servono per preparare una bustina di zafferano.

arrow Cleopatra, famosa regina d’Egitto usava lo zafferano per dare un colore dorato alla sua pelle!

La famosa regina d’Egitto usava lo zafferano per dare un colore dorato alla sua pelle. Nella stessa epoca lo zafferano veniva usato per tingere le gote, le unghie e i capelli. Le donne del tempo ne facevano abbondante uso anche in bagni, unguenti e oli.

arrow Il dio Hermes, consigliere degli innamorati, utilizzava lo zafferano come spezia afrodisiaca in vista dei suoi incontri amorosi!

I greci nella mitologia, attribuivano la nascita dello zafferano all’amore che un bellissimo giovane, di nome Krokos, provò per la ninfa Smilace, favorita del dio Hermes, il quale, per vendicarsi, trasformò il giovane nel fiore dello zafferano, detto krokos, in greco. Il dio Hermes, consigliere degli innamorati, utilizzava lo zafferano come spezia afrodisiaca in vista dei suoi incontri amorosi.

arrow Durante il medioevo lo zafferano era simbolo di ricchezza: 500 gr a quel tempo valevano quanto un cavallo!

Durante il Medioevo nelle cucine dei nobili si utilizzava spesso lo zafferano perché, oltre a rendere i cibi particolarmente belli a vedersi, saporiti e digeribili, era anche simbolo di ricchezza. Il costo dello zafferano era particolarmente elevato: 500 grammi valevano a quel tempo quanto un cavallo! Ciò che rendeva questa spezia tanto desiderabile per i nobili in cerca di uno status-symbol da sfoggiare erano quei filamenti che tingevano di sfumature d’oro tutto ciò che toccavano, annunciando ai commensali le indubbie fortune del padrone di casa. Di fatto le tavole più raffinate e i banchetti più importanti erano imbanditi con i cibi dorati con lo zafferano.

arrow Archestrato, cuoco e poeta greco, diceva che un pizzico di zafferano rende un piatto “degno delle divinità immortali”!

Ai nostri avi le proprietà gastronomiche dello zafferano non passarono inosservate, anzi lo fecero diventare l’ingrediente principe nelle cucine, perché era anche simbolo di ricchezza e gioia. Archestrato, cuoco e poeta greco, diceva che l’aggiunta di un pizzico di zafferano rende un piatto "degno delle divinità immortali". Alessandro Magno era abituato a utilizzare lo zafferano nel riso e mescolato al vino e si dice che durante le sue lunghe campagne militari non mancasse mai sulla sua tavola. Gli antichi Romani lo utilizzavano per la preparazione di vini aromatici, per cucinare le pregiate carni del pavone, per realizzare salse dorate con erbe profumate, nocciole e miele e per moltissimi altri piatti.

arrow Sapevi che... Il risotto si può preparare più velocemente utilizzando la pentola a pressione?

Si procede come per un normale risotto ma, dopo aver sfumato con il vino, si aggiunge il brodo. Per 100 g di riso occorrono 200 ml di liquido. Poi si chiude la pentola e si aspetta il fischio. A quel punto si lascia cuocere per 7-8 minuti a fuoco basso. Trascorso questo tempo si lascia sfiatare la pentola, la si apre, si aggiunge lo zafferano e si mescola . Le prime volte per sicurezza può essere può essere utile tenere da parte un po’ di brodo caldo da aggiungere nel caso il riso fosse ancora al dente.

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